il lavoro si cerca (ma soprattutto si offre) sui social network.
a questo punto per chi cerca avere un twitter non sarà solo consigliato, ma obbligatorio. e molto furbo.
dall’altra parte, per chi offre, sarà imperativo cambiare tono e comunicazione, dedicandosi (e dedicando risorse) finalmente verso il mondo social.
il lato negativo (purtroppo) sarà che saranno molti gli HR specialist che cercheranno lavoro. su twitter.
qualcuno ha già trovato lavoro così? grazie a un twitter o a un social network?
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key position
cosa faccio di lavoro? fra le altre cose, questo. e sì, mi piace da morire.
delirio di onnipotenza
di mestiere faccio anche alcune cose parecchio divertenti (altre meno).
una di queste è trasformare semplici link in fuochi d’artificio. e poi, come il 4 di luglio, stan tutti lì con la testa alta, gli occhi tutti all’insù e la bocca aperta. ci sono dei momenti, dei meravigliosi lunghissimi momenti, in cui sei come dio.
tranquillo, poi passa.
nell'incavo dell'onda
il mio lavoro è così. per lunghi giorni quello che ti ammazza è la routine delle cose, altri giorni sono le cose improvvise che ti stravolgono.
nel bene e nel male, ma soprattutto nel bene perché l’idea di aver progettato e seguito lo sviluppo e il lancio della nuova home page di community mi rende molto ma molto ma molto orgogliosa. di me e delle persone per/con cui lavoro.
e il resto è solo noia.
nel mio futuro, un libro
sulle vicende del mio lavoro: vi assicuro che la trama di lost è meno complicata. e che qualcuno cerca i sopravvissuti alla basaglia io li conosco tutti: uno per uno.
il mio primo capo
oggi cercando informazioni su un corso post-laurea sono finita sul suo blog.
lui è stato la prima persona al mondo – a parte mamma e papà – che mi abbia detto (insieme a lui): “brava”.
nel 1997 ha scommesso su internet e ha vinto. io ero da qualche tempo in scia a quella scommessa (un po’ per caso, anche se è stato con lui che ho imparato che si impara sempre e che si deve lavorare sodo, sempre, e mantenere il controllo, sempre, e non perdersi mai, mai, e tutto quello che è arrivato dopo – nel bene e nel male – me lo sono meritato), e se guardo indietro, la strada fatta, gli ostacoli, le botte di culo, le curve a gomito, le discese ardite (e le risalite), beh… mi dico che la vita che fa adesso, la scelta della montagna, è esattamente quello che mi aspettavo da lui. e forse quella che faccio io, è esattamente quella che si aspettava da me.
e so anche che se il dottor de francesco mi invitasse un giorno a fare 4 chiacchiere su blog, user generated content, editoria, web e social media coi suoi “ragazzi”, beh… ne sarei molto felice. molto.