oggi mi hanno notificato un bonifico da fare entro 24 ore: 30 euro, niente di che.
il problema è che io non ho mai attivato l’home banking e non sapevo come fare a farlo: ho messo un twit e in giro di mezz’ora in 12 persone mi hanno risposto dandosi disponibili a fare il bonifico per me.
ok, era una cifra bassa, quindi non è molto importante il rischio che correvano, ma resta il fatto che di queste 12 persone solo 3 mi conoscono personalmente, e con queste 3 solo 1 – per dire – ha il mio numero di cellulare. chi ha fatto poi il bonifico abita in un’altra città, non sa che faccia ho e non sapeva nemmeno il mio cognome.
ho raccontato questa cosa a una mia collega e lei mi ha detto “guarda che se me lo dicevo te lo facevo io, eh…”. beh, sai che c’è, c’è che non ci ho nemmeno pensato: chiedere in rete è stato naturale.
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siamo una società speciale
io lavoro in una società che mi piace un sacco.
al di là del fatto che mi pagano sempre, ci sono un sacco di buonissimi motivi per cui mi piacciono un sacco i miei colleghi: ad esempio, un motivo su tutti, nessuno di noi possiede una macchina.
fatti una domanda
che mante ti dà una risposta.
in friends we trust
ricevo una mail che mi notifica che qualcuno su facebook vorrebbe aggiungersi ai miei amici.
nome e cognome non mi dicono niente.
la foto non mi dice niente.
guardo gli amici che abbiamo in comune: sono persone che conosco bene.
accetto la notifica e lo metto negli amici, ma la domanda resta: ma chi sei?
una congrega di amici (di mafe, ma non solo)
oggi c’è stata sta festa fra amici: una ventina di persone tutte intorno a un tavolo a ridere e scherzare, sorrisi, strette di mano.
sebbene tutti invitati, la maggior parte di loro era lì perché interessati al progetto che stavamo presentando e perché sanno chi ci sta dietro al progetto.
è stata una festa a cui io ero invitata e sebbene abbia scelto io gli invitati (quasi tutti) li guardavo attoniti, dicendo “che belli che siete!”.